performance+
L’arte performativa è un ambito aperto, dinamico, e accogliente verso le molteplicità interdisciplinari. Grazie alla sua storia e alla materialità stessa della sua produzione comprende una vasta gamma di pratiche artistiche, tra cui il teatro, la danza, la musica, la performance art e altre forme di espressione che coinvolgono il corpo e l’azione nel tempo e nello spazio.
Viaggio spesso per il mondo per scoprire come le nuove generazioni vedano il loro e, per inferenza, “il” mondo, quanto rilevante sia questa visione per noi che viviamo altrove, come possa ispirarci, come possa mettere in questione il nostro modo di vedere le cose, correggerlo oppure cambiarlo radicalmente, contestando i cliché di cui abbiamo bisogno per semplificare una realtà complessa. In breve, come possano farci cambiare prospettiva attraverso il loro sguardo.— Frie Leysen, dal discorso pronunciato il 23 gennaio 2015 in occasione dell’Australian Theatre Forum presso la Sydney Opera House
performance+ vuole aprire uno spazio, inedito in Italia, di ricerca, divulgazione e progettazione sulle epistemologie della performance per acquisire e confrontarsi con i più recenti sviluppi delle teorie critiche, per accogliere il contributo delle pratiche artistiche alla produzione di conoscenza, per intercettare le tensioni estetiche e politiche della scena contemporanea.
I contributi seguono l’orientamento metodologico dei performance studies, connettendoli a una pluralità di ambiti disciplinari, dai cultural studies – e.g. gender, decolonial, critical animal studies – alle environmental humanities e ad altre teorie e filosofie politiche. Ogni libro tenta la sfida della transdisciplinarietà, mettendo in discussione la partizione dei saperi in categorie disciplinari chiuse, e lavorando sulle soglie e sulla porosità dei campi di conoscenza.
I libri della collana performance+ sono qui
La direzione di performance+ è di Annalisa Sacchi e Piersandra Di Matteo
Il comitato editoriale è composto da
Simone Frangi (ESAD Grenoble),
Fabrizio Fiaschini (Università di Pavia)
Giulia Palladini (Roehampton University)
Ilenia Caleo (Università Iuav di Venezia)
Giada Cipollone (Università Iuav di Venezia)
Daniela Sacco (Università Iuav di Venezia)
Mackda Ghebremariam Tesfau (Università di Padova)
Daniel Blanga Gubbay (ISAC Bruxelles)
Aleksandra Jovićević (Università di Roma La Sapienza)
Antonia Anna Ferrante (Université de Liège)
Architettura cognitiva e critica dei performance studies
La performance, le arti performative e i performance studies sono concetti, relativamente recenti e non del tutto definiti, che abbracciano varie pratiche artistiche e teoriche. Tralasciando le molteplici definizioni linguistiche e semantiche, con il termine “performance” intendiamo un comportamento, un’esibizione, un evento o un’azione pubblica. Con “arti performative” intendiamo, invece,
L’arte al lavoro per ripensare l’essere in comune
La scorsa settimana, il centro di ricerca PerLa – Performance Epistemologies Research Lab dell’Università Iuav di Venezia ha ospitato un incontro con Bojana Kunst, direttrice dell’Istituto di Studi Teatrali Applicati dell’Università Justus-Liebig di Giessen, autrice del volume L’artista al lavoro. Prossimità tra arte e capitalismo, pubblicato nella collana Performance+ (diretta
Frammenti, interferenze, desideri
«La stessa stanza non era più la stessa. Il tappeto era rimasto del colore tremendo che avevamo ribattezzato «verde conato», e sulla sua superficie restavano tracce dei nostri ricordi sotto forma di chiazze velate…».1 Prabda Yoon, eclettico artista tailandese, comincia così uno dei racconti contenuti in Feste in lacrime (2018).
Intestino d’argento. La cavità della bocca e i suoi umori
Intestino d’argento è un testo acceso dall’ascolto ventriloquo suggerito da A bocca chiusa. Effetti di ventriloquio e scena contemporanea di Piersandra Di Matteo, teorica, dramaturg e curatrice nel campo delle arti performative. In A bocca chiusa, Di Matteo guarda alla sensibilità della scena performativa nei confronti dell’arte di emettere parola